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Milano Finanza

Il private equity italiano inizia il quarto trimestre in crescita, così come aveva concluso il terzo. Nel mesedi ottobre l’Osservatorio Pem di Liuc Business School, realizzato con il contributo di Deloitte, EosIm, Fondo Italiano d’Investimento Sgr, Will& Emery, ValueItaly SgreUnicredit, ha censito 33 nuovi investimenti, che portano il totale dainizio annoa 299 deal,appena unoal disottodellastoricasogliadei 300. Nel periodo gennaio-ottobre 2020,comunquepiuttosto positivoper l’industria, le operazioni erano state 195 (incrementoannuovicino al 53%).
Numerose le operazioni rilevanti mappate nel corso di ottobre. Tra le più significative l’ingresso al 25% di Tamburi Investment Partners in Limonta: un’operazione valutata sugli 89 milioni di euro. Ancora, l’opa di Investindustrial su La Doria (oltre il 60% per 323 milioni) e il buy-out di Gilde su TasGroup. Degno di nota infine l’ingresso di Infrastructure Investment Fund,veicolo infrastrutturale di JPMorgan, al 60% di Falck
Renewables,con successivo lancio di un’opa a 8,81 euro per azione. Le operazionidel mese, non a caso, hanno visto un marcato interesse per le imprese italiane da parte degli operatori internazionali: il 48% dei deal sono riconducibili a loro. «Nonostante il contesto di volatilità che caratterizza molti settori in termini di trend di prezzi e di disponibilità di commodity e materie prime», ha commentato Gianni Galasso, managing director & head of private equity di EosIm, «gli investimenti alternativi confermano tutta la loro resilienza, soprattutto con riferimento a infrastrutture ed energia pulita».

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