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Il Sole 24 Ore

ntesa tra il fondo di investimenti inglese (ma di origine italiana) Eos Im e la Renergetica di Genova, quotata all’Aim, per sviluppare centrali fotovoltaiche in Italia per complessivi 11 MegaWatt, che però potrebbero più che raddoppiare fino a 250MW.

Nel frattempo l’EOS ha deciso di aderire al programma PRI che l’ONU ha studiato per promuovere la finanza “sostenibile”.

Nel programma Un Pri dell’Onu le imprese italiane sono sempre meno presenti: se nel 2014 vi avevano aderito 8 aziende, il loro numero è sceso di anno in anno e, fatti salvi nuovi ingressi ancora in via di registrazione, nel 2019 nell’elenco degli investimenti sostenibili non vi sarebbe nemmeno un’impresa italiana.

A titolo di confronto, l’Inghilterra ha 135 registrazioni, ma sono forti anche Francia, Australia e Canada.

Secondo il fondatore e amministratore delegato della Eos Im, Ciro Mongillo, <<la parola d’ordine per tutti noi operatori del mercato è sostenibilità>>.

Nel dettaglio, l’EOS IM investe soprattutto in Italia sulle energie rinnovabili in regime di “grid parity“, cioè a condizioni di mercato elettrico in assenza di incentivi statali.

Eos Im gestisce in Italia il fondo Efesto 1, composto da 57 impianti per un totale di 65 megawatt, suddivisi fra 18 impianti eolici per 23 megawatt e 39 centrali fotovoltaiche per un totale di 42 megawatt. Gli impianti sono presenti soprattutto in Puglia.

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